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3 dicembre: il trio di Lucca

    Il ritorno della Stagione Concertistica in sede è stato messo in evidenza da uno straordinario gruppo che si è distinto non solo nella bravura esecutiva di brani tecnicamente molto difficili, ma anche dalla scelta dei brani stessi, il TRIO DI LUCCA (pianoforte, violino e clarinetto) ha scelto un programma divisibile in due parti ben distinte.

    La prima parte di gusto lirico popolare si sviluppava in una scelta intelligente di musicisti, trascritti per trio, da una sapiente mano  e comprendeva una fantasia sul RIGOLETTO DI VERDI, AMORE E MORTE DI ISOTTA di R.WGNER e PAOLO E VIRGINIA di A. PONCHIELLI.

    Gli interpreti lucchesi si sono mossi, ora con spirito ironico, ora virtuosistico ora drammatico, con una disinvoltura agghiacciante che ha completamente catturato il pubblico.

    Dopo un breve intervallo inizia la seconda parte del concerto che ci ha proiettato completamente nel gusto novecentesco ed in particolare nella musica di B.BARTOK. Nel primo brano la SUITE di D.MILHAUD, in risalto tutte le contaminazioni di questo straordinario musicista, passando da tempi lenti e lirici, a musica più novecentesca con spunti politonali a influssi Jazzistici, gusto di oltre oceano. La difficile scelta di B. BARTOK è stata risolta in maniera altamente professionale.

    Il pianista FABRIZIO GIOVANNELLI è riuscito a dare nei SETTE SCHIZZI, per pianoforte solo, un’interpretazione colta, sempre dentro allo spirito del compositore e con una continua lucidità che ha espresso sempre con chiarezza e senza vuoti, un testo molto difficile ed estremamente vario. L’ultimo brano, i contrasti di B. Bartok, hanno trascinato il pubblico in un finale entusiasmante che obbligato il TRIO DI LUCCA ad un BIS SIGNIFICATIVO.